venerdì 14 dicembre 2007

eccolo, lo sapevo

non è stata una grande giornata. lo sapevo che prima poi doveva arrivare. sono i pianeti che girano, il fatto che siamo diversi, che l'armonia è difficile da mantenere. e ieri ero stanchissima e molto nera. nero da non vedere in faccia i volti, non più. e il modno allo stesso tempo mi sembra bello nelle persone, orrendo in quello che accade. ieri sera da santoro a anno zero c'era un ragazzo che avrebbe dovuto fare il ministro del lavoro e invece se ne stava lì a scampare a una tragedia in fabbrica a torino, con ferite in fronte e giuste idee in testa. con parole di pietra e verità innegabili su lavoro e flessibilità.
continuo a lavorare su questo, a scoprire quante belle parole si teorizzano e si scrivono nei documenti sulla flexicurity (flessibilità e sicurezza) a livello europeo (roba che damianoha esultato il 5 dicembre al consiglio dei ministri europei del lavoro).
eppure, la verità è che non esiste rapporto lavoro-qualità, il contratto a tempo indeterminato che dovrebbe essere il contratto base dell'UE è un'utopia. gli altri non sono transizioni, ma paludi a tempo determianto o a progetto.

ma questo è il minimo.
stamattina un vecchietto am non troppo con una stampella è sceso dall'autobus. doveva tornare indietro alla fermata opposta lontana un centinaio di emtri ma lui camminava come una lumaca. io sono rimasta lì e sono andata via. lui avrebeb continuato a lavorare lentissimamente.

essere amati, amare, cosa vogliamo. la coincidenza di necessità, interessi, passioni è così difficile.
eppure ci sono cose che ci sovrastano come onde immense e noi restiamo lì a farci trascinare, accogliendo il naufragio.

tutto funziona a volte come un campo di grano ben curato, ben arato, ben nutrito. poi qualcosa stride improvvisamente, e io - ad esempio - che sono una perfezionista della vita (non di quello che c'è dentro) non ci sto. che sciempiaggine. vorrei sentirmi libera, liberissima, mais l'homme partout est dans le fers

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