martedì 27 gennaio 2009

tra me e me

non so cosa mi succeda. ho sempre diviso la concezione della mia vita tra trascinamento e destino. l'impegno se c'è si scioglie in attesa, un gioco a dadi con il tempo. mi dico di fare questo e quello e di lì a poco tutto svanisce, tutto salta. e la mia volontà si infrange violentemente contro le cose i fatti e ancora contro la mia volontà o indolenza.
ora che qualcuno di piccolo e luminoso mi inchioda alle mie giornate, pretendendo da me una devozione totale e incondizionata, fatta di abbracci e parole incomprensibili, seni di continuo offerti e cantilene dalle parole sbagliate stremata e appagata mi domando cosa sarà di me. ho paura di dimenticare me stessa, di perdere un senso, una direzione che forse non c'è mai stata. anche il dolore pungente nel cuore dimentico. e se il senso di colpa mi travolge non posso comuqneu farci nulla.
perchè ho un figlio

giovedì 8 gennaio 2009

c'è ancora

c'è così poco sonno, interrotto continuamente e il suo piccolo volto che ha mille e poche espressioni. poche che già le conosco tutte a memoria. piovono bombe sulla striscia di gaza e siamo qui al calduccio della nostra casetta di cartapesta in affitto, con tutto l'amore e la minaccia del latte in polvere.
soffrirò quando non potrò più allattare, mi sembrerà di non adempiere più a una mansione davvero indispensabile per lui e l'universo. oggi ci pensavo, ma sarà anche la lontananza di un corpo che non sentivo così mio nemmeno durante i mesi di gravidanza.
ho voglia di tempo per me, ma allo stesso tempo non saprei come farne a meno, delle sue manine polipette e dei suoi occhi che vanno in estasi roteando.
riuscirò mai a parlare di qualcos'altro?
tornerò a lavorare, parlerò con altre persone, e sognerò sempre di scrivere e girare.
e c'è ancora tutto il resto. c'è la stanza in clinica. c'è la strada.