giovedì 8 gennaio 2009

c'è ancora

c'è così poco sonno, interrotto continuamente e il suo piccolo volto che ha mille e poche espressioni. poche che già le conosco tutte a memoria. piovono bombe sulla striscia di gaza e siamo qui al calduccio della nostra casetta di cartapesta in affitto, con tutto l'amore e la minaccia del latte in polvere.
soffrirò quando non potrò più allattare, mi sembrerà di non adempiere più a una mansione davvero indispensabile per lui e l'universo. oggi ci pensavo, ma sarà anche la lontananza di un corpo che non sentivo così mio nemmeno durante i mesi di gravidanza.
ho voglia di tempo per me, ma allo stesso tempo non saprei come farne a meno, delle sue manine polipette e dei suoi occhi che vanno in estasi roteando.
riuscirò mai a parlare di qualcos'altro?
tornerò a lavorare, parlerò con altre persone, e sognerò sempre di scrivere e girare.
e c'è ancora tutto il resto. c'è la stanza in clinica. c'è la strada.

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