lunedì 15 dicembre 2008

la bocca

La bocca la tiene socchiusa, anzi quasi aperta quando dorme. Come me. Le labbra tremano e gli occhi si muovono sotto le palpebre rosate. I primi giorni si vedevano i puntini nuovi di zecca, ipotesi di cellule attraverso la trasparenza del naso, che già a quaranta giorni ha preso consistenza.
Sono obbligata a fissarlo, a lungo. La fretta, la distrazione a cui siamo abituati ora in me deve necessariamente scomparire. Siamo legati, costretti l’uno a l’altro, pancia a pancia in un abbraccio che mi fa incurvare la schiena, circondarlo con le mie braccia e seguire con i miei i suoi occhi roteanti. A mandorla, perfetti.
La mia vita non era sincopata, ipertrofica, intasata. Ma avevo cose da fare, pensieri da rincorrere, anche con piglio rilassato, troppo rilassato a detta di alcuni. E lui me l’ha frenata. Con un breve preavviso, come un treno che rallenta in vista della stazione e non può fare altro se non vuole squarciare lo schermo.