lunedì 7 gennaio 2008

bruciata

Bruciata

Quando hai detto
Ti tengo
Il piede sopra il picco maggiore e primo
E quello minore dopoMentre il filo scheggiato del cardo mi entra nel palmo
Tra scarpa e piede.
Quando hai detto
Ti tengo
La vita d’uccello
D’alta quota restava impigliata tra roccia e roccia
Sbattendo l’ala di un’eco breve e gaia.
Quando hai detto
Ti tengo
L’anima floscia galleggia sul mio petto
Mi punge d’argento e gonfia di dolorose spighe
E sbatto gambe indietreggiando nel vuoto e sbatto braccia
Vissute di nuovo.
Ferisco le mani sul destino del mondo, la pietra è un osso
Di gomma e bosco.
L’acqua mi cola come sangue sbagliato, come
Morte inattiva, come fiato pallido.
Dall’altra riva mi guardi e il gesto è di presa
Con la mano arpionata al vento e la maschera che trema.
Il respiro è una voce che non conosco
Corrispondente al contrarsi del cuore di uovo.
Saette tagliano la densità del corpo si sbriciolano in piani inesistenti
E mi tuffo di nuovo.Il buio lo accendo di movimento interno, oscillamento
Ridiventa tormento.
Assorda il silenzio piombato di nulla,il respiro pulsante s’inceppa, s’incurva.
Non so chi sono, dove sto andando,mi sento nemico costretto al tuo ballo.
Ma poi c’è una luce dal corpo che arriva.
Non sei un fondale ma quasi una riva.
Il resto del mondo mi passa vicino, la vita, la morte è un
Ricordo vicino.

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